L'arrampicata

L’Arrampicata e le Arti Marziali sono indubbiamente due pratiche molto lontane tra di loro, non solo per cultura e obiettivi, ma soprattutto per la tipologia di impegno fisico. Per chi si è dilettato in entrambe due le discipline, è stato tuttavia sorprendente scoprire tante analogie nel percorso che porta ai differenti scopi.

Non è un caso se, nell'Arrampicata come nelle Arti Marziali, vi è un termine comune: la “VIA”.

Per noi la VIA è identificata nel “DO”, che significa letteralmente “ciò che conduce” nel senso di “disciplina” vista come percorso, in particolare in senso spirituale. Il termine DO si compone infatti dell'ideogramma del piede che simboleggia l'andare, il camminare, il mettersi in marcia, è l'immagine semplificata di una testa con capelli, un capo, un condottiero, il senso è quello di orientarsi verso qualcosa o qualcuno. L'ideogramma completo si compone di un cammino, una via tracciata dal capo e quindi per estensione il principio a cui occorre attenersi, la regola, la dottrina e per astrazione la VIA.

In modo analogo nell’arrampicata la VIA è la strada da percorrere per arrivare in cima. Una strada tracciata su una parete e fatta di prese a cui aggrapparsi, piccole insenature a cui affidare il proprio peso in costante contrapposizione con la legge di gravità. Un tracciato che evolve perché ogni volta che ripercorri la stessa VIA hai alle spalle qualcosa in più per eventualmente osare passaggi tecnici avanzati.

Una strada aperta da chi si è incamminato per primo e che ha voluto tracciarne un percorso per gli altri. Un Maestro dunque, che prima dei suoi allievi ha segnato i passaggi di un percorso, determinando le tecniche di progressione e fissando gli ancoraggi della corda che sostiene in caduta chi si incammina dopo di lui.

Che ognuno quindi percorra la sua VIA.

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