Co Vo Dao

Lo studio delle Armi Tradizionali

Lo studio delle armi tradizionali, il Co Vo Dao, è senza dubbio una peculiarità del Qwan Ki Do non solo per la vastità del programma di allenamento e per la varietà di armi comprese, ma soprattutto per la ricchezza tecnica che si cela dietro tale pratica.

Al di là dell’aspetto puramente culturale, fondamentale se pensiamo a quanto il Qwan Ki Do sia pregno delle sue tradizioni che affondano nell'antico Vietnam e nell'antica Cina, il Co Vo Dao fornisce al praticante abilità insostituibili che si riflettono inevitabilmente nel fine ultimo della pratica stessa: il combattimento.

È importante comprendere che nell'apprendimento del Co Vo Dao, l’arma viene considerata come parte integrante del corpo umano e in essa si trasferiscono le azioni e le volontà che partono dalla mente.

Lo studio si caratterizza quindi per essere estremamente assiduo e disciplinato, proprio per la necessità da parte dell’allievo di acquisire confidenza con il maneggio di uno strumento che di fatto non è parte del suo corpo.

Il maneggio dell’arma e il saper muovere l’arma in armonia con il corpo implicano un controllo profondo dei gesti, come ci dimostra il Maestro Pham Xuan Tong nel celebre esercizio del taglio dell’ananas a occhi bendati (Da Ma Cong), che esprime al massimo l’immagine di efficacia e autocontrollo.

Questo esercizio, che nasce dall'antica necessità di saper combattere anche nell'oscurità delle notti monsoniche tipiche della regione Indocinese, dimostra come il praticante può raggiungere un altissimo livello di sensibilità percettiva del proprio corpo nello spazio e dell’interazione tra arma - corpo - avversario.

Lo studio di un’arma tradizionale, che comunque esula dalla finalità originale con cui veniva utilizzata l’arma, non diventa quindi solamente un mezzo per affrontare un avversario, ma un percorso di allenamento in cui l’arma deve diventare un’estensione del proprio corpo.

L’idea centrale è quella di muoversi tenendo sì l’arma, ma agendo come se le mani fossero vuote e libere di agire, di usare l’arma come se non ci fosse.

Ed è proprio con questa attenzione che la pratica del Co Vo Dao acquisisce il suo più alto valore formativo di potenziamento alle abilità percettive e propriocettive del praticante.

Anche per questo motivo, lo studio delle armi viene ordinato in un programma di evoluzione per il praticante suddiviso sia per tipologia di arma sia per livello di apprendimento.

La pratica inizia quindi a partire dalle armi base quali il bong (bastone lungo) e il long gian (meglio conosciuto con il termine nunchaku) più adatti alla propedeutica del principiante, per poi evolvere nelle armi doppie, armi da taglio e armi snodate, in cui si richiede una maggiore abilità coordinativa e una maggiore destrezza.

In questo modo, il praticante viene accompagnato in un percorso codificato che si amplia e si ramifica data l’opportunità nel tempo di poter imparare differenti armi.

Inoltre, la ricchezza del programma di allenamento per ciascun’arma che spazia dalle forme singole (quyen) agli esercizi a coppie (song doi), accresce enormemente l’attitudine del praticante nel saper gestire con fluidità ed efficacia le armi da lui scelte.

Un ulteriore aspetto di rilevante importanza nello studio del Co Vo Dao è dato dal combattimento, che viene attuato con opportune protezioni e apposite armi imbottite per assicurare l’incolumità degli allievi. Nel combattimento si mettono in gioco dinamiche molto diverse dalla pratica a mani nude.

Le variabili di tempo, spazio e distanza acquisiscono infatti valori mutevoli obbligando il praticante a interpretare il combattimento per essere versatile in funzione delle caratteristiche della propria arma e di quella dell’avversario.

In definitiva, lo studio del Co Vo Dao risulta uno strumento complementare alla pratica a mani nude e finalizzato all'evoluzione globale dell’individuo. In quest’ottica, non sono poi così lontani i tempi in cui il famoso maestro di spada giapponese Miyamoto Musashi (1584-1642) proiettava nella sua arma l’intera dimensione del suo “essere”.

Di seguito, le immagini scattate durante un allenamento di Co Vo Dao organizzato dal Kim Qui al PalaIseo di Milano, cui hanno preso parte alcuni club e la nazionale italiana di combattimento Co Vo Dao:

Le armi

La maggior parte delle armi tradizionali provengono dagli utensili dei contadini, le sole armi che potevano opporre ai differenti invasori che passarono sui loro territori.

Le armi di base per i praticanti di Qwan Ki Do sono:

Bong, bastone lungo

Long Gian, bastoni snodati

Song Cot, bastoni corti

Moc can, bastoni con manico

Moc Guom, sciabola di legno

Ma Dao, scimitarra

Yen Dao, coltelli Rondine

Song Diep Dao, coltelli Farfalla


A queste seguono quelle più particolari come: Alabarda - Lancia - Ventaglio - Spada-Sciabola -Catena - Ascia-Pala ecc...


(fonte: Unione italiana Qwan Ki Do)